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Lo strigo è il racconto introduttivo de Il Guardiano degli Innocenti di Andrzej Sapkowski, che introduce per la prima volta il witcher Geralt di Rivia e il suo scontro con la strige.

Sinossi[]

Geralt di Rivia giunge a Wyzima, la capitale di Temeria e decide di fermarsi in una locanda. Gli strighi non sono molto amati dalla gente che non nasconde il loro odio per questa professione, anche se talvolta ne hanno bisogno. Infatti non passa molto che scoppia la rissa nella taverna e grazie ai suoi riflessi fulminei e alla sua affilata spada, Geralt uccide tre uomini. Subito accorrono le guardie che lo portano al cospetto del borgomastro Velerad. Il borgomastro gli offre della birra e gli spiega il motivo per cui c'è bisogno di uno strigo a corte: da sette anni infatti i cittadini e viandanti incauti sono vittime di un orrenda strige, un mostro che li fa a brandelli uscendo dal suo nascondiglio di notte. Sono stati convocati molti maghi, mercenari e alcuni altri strighi per risolvere il problema, ma la bestia non ha lasciato molto di loro se non una chiazza di sangue. In realtà l'origine di questa creatura è una maledizione si cui pare sia affetta la figlia incestuosa di Foltest, re di Temeria, che ha avuto quattordici anni prima da una relazione con la sorella Adda. Per sette anni la principessa, morta alla nascita, è rimasta nella sua bara e per altri sette tormenta la gente di Wyzima sottoforma di strige. La madre e la figlia sono state sepolte in due tombe gemelle nei sotterranei dell'antica sede del re, che dopo gli attacchi della strige si è trasferito in città, nel nuovo palazzo. Il borgomastro è molto pratico: la bambina bastarda è maledetta e probabilmente non c'è modo di spezzare la maledizione. Quindi chiede a Geralt se può occuparsene uccidendo il mostro, per il quale insieme con altri castellani, è disposto ad offrire una certa ricompensa inferiore a quella ufficialmente offerta dal re. Geralt chiede se prima di lui altri abbiano provato a spezzare il maleficio e se siano stati interpellati dei saggi sui rimedi per farlo. Velerad gli spiega che alcuni hanno tentato senza successo e che un mago ha detto che sarebbe stato necessario tenerla lontana dal suo sepolcro, dove si rifugia all'alba, fino al terzo canto del gallo. Una cosa pressochè impossibile, dato che la bestia e letale e famelica.

Più tardi Geralt incontra Re Foltest. Sebbene sia stato un uomo di moralità dubbia, il re si mostra accogliente nei suoi confronti e affettuoso nei riguardi della figlioletta Adda (che porta lo stesso nome della madre). Infatti offrendo una generosa ricompensa di tremila oren, non vuole desidera che la strige venga uccisa, né che le venga fatto alcun male. All'udienza partecipano anche due nobili di corte, Segelin e Ostrit, quest'ultimo piuttosto arrongante e sgradevole. Geralt decide infine di fare un tentativo e si mette al lavoro. Grazie all'aiuto dell'unica vittima sopravvissuta alla strige, sebbene mutilato e scosso, Geralt si prepara ad affrontare la strige. Più tardi, Foltest lo incontra di nuovo, stavolta cambiando idea: sebbene nutra ancora la speranza si possa salvare la bambina, autorizza Geralt a ucciderla ma solo come ultima risorsa per difesa personale. In ogni caso minaccia che se la creatura abbia in qualche modo a soffrire Geralt la pagherà cara. Geralt non è sicuro che la strige possa essere curata dal maleficio, ma conforta il re dicendo che farà quanto gli è possibile.

Il giorno seguente, Geralt si reca all'antica sede di Re Foltest, il castello dove di giorno la strige riposa e lì attende il tramonto. Sfodera la sua spada d'argento, che gli strighi usano per uccidere i mostri, prende alcuni dei suoi famosi decotti, che gli permettono di avere prestazioni fisiche sovraumane e poi attende. Poco dopo il calar del sole, Geralt ode un rumore nel cortile in rovina: è Lord Ostrit che è venuto in segreto per assicurarsi che lo strigo fallisca nel salvare la strige e tenta di corromperlo. Geralt ha intuito che cosa sta nascondendo il nobile, lo tramortisce e lo lega. Quando si risveglia, Ostrit inizia a gridare e supplicare di essere lasciato libero. Spiega di come abbia forse inconsciamente invocato il maleficio sulla figlia di Foltest, il giorno che seppe che Adda, la sorella del re di cui era innamorato, era incinta. Odiava Foltest per il suo comportamento immorale e incestuoso e lo odiava per avergli strappato Adda. Per questo desidera che il re abbia a soffrire per tutta la vita insieme con la sua creatura bastarda, la piccola Adda, la cui presenza destabilizza il suo potere agli occhi dei suoi consiglieri e cortigiani. Verso mezzanotte, Geralt ode un rumore provenire dai sotterranei: la strige si è svegliata. Le grida di Ostrit non fanno che aizzare la sua brama di sangue e Geralt taglia le funi del prigioniero, in modo che possa fare da esca per il mostro. Lasciandolo in balia del mostro, di Ostrit non rimane molto.

Geralt trascorre il resto della notte combattendo strenuamente contro la strige, che da prova di essere aggressiva, famelica, crudele ma anche infantile. E' indubbio che ci sia una bambina sotto quelle spoglie e quegli artigli acuminati. Con l'aiuto di una catena d'argento e con i Segni, Geralt infine riesce a terrorizzare e stancare la creatura che fugge in preda al panico. Poi entra nella tomba della strige e si sdraia di fianco alla mummia della madre, Adda. Beve un'altra delle sue pozioni, che simula la morte e qui attende fino al sorgere dell'alba. Quando la sabbia della clessidra che Geralt ha con sé è del tutto passata, Geralt esce dalla bara. E' mattino e il corpo di una fanciulla nuda giace sul pavimento della cripta al posto della strige. Geralt con cautela si avvicina e controlla che la trasformazione sia definitiva. Ma una disattenzione gli costa cara e Adda, con quello che le resta ancora dei suoi artigli, colpisce Geralt alla gola. A quel punto Geralt ode il terzo canto del gallo: l'effetto della pozione forse è passato troppo in fretta. Si benda la ferita come può, ma perde motlo sangue e sviene.

Lo strigo si risveglia nella sua stanza al castello di Wyzima. Di fianco a lui c'è Velerad che si complimenta ed è costretto ad ammettere il suo errore nell'aver pianificato con gli altri cortigiani di volere la strige morta. La bambina è salva anche se ritardata mentalmente. Fisicamente appare come una ragazzina di quattordici anni, ma non sa parlare, piange in continuazione e fa la pipì a letto. Ci vorrà del tempo prima che recuperi gli anni e l'intelligenza. Velerad assicura anche allo strigo che il re è soddisfatto e che, sia il suo equipaggiamento sia la sua ricompensa di tremila oren, sono al sicuro lì al suo fianco. Geralt, esausto, si addormenta.


Personaggi[]

Significativi dettagli della trama finiscono qui.

Adattamenti[]

Fumetto[]

Komiks Geralt okladka

Geralt fumetto

Il racconto è stato adattato in un fumetto intitolata "Geralt", scritta da Andrzej Sapkowski e Maciej Parowski, disegni di Bogusław Polch.

Serie TV[]

Il racconto è stato adattato nell'episodio n.8 di The Hexer serie TV, intitolato Rozdroże (Crocevia).

The Witcher[]

La sequenza dell'intro di The Witcher è basato sullo scontro tra Geralt e la strige. Nel gioco si suggerisce anche che nonostante la maledizione sia stata spezzanta, la principessa Adda sia ancora assetata di sangue. Altri personaggi introducono questa storia, come ad esempio re Foltest e Velerad.

Traduzioni[]

Questo racconto è stato tradotto da Raffaella Belletti in Italiano con il titolo "Lo strigo". In Inglese è stato tradotto da Michael Kandel e Danusia Stok.

Raffaella Belletti[]

Nella traduzione italiana di questo libro, ci si è mantenuti il più possibile fedeli all'originale polacco, conservando i nomi originali sia dei personaggi, sia dei mostri (oppure traducendoli nel loro esatto corrispettivo italiano), secondo i desideri di Andrzej Sapkowski che ha chiesto di tradurre il libro senza l'intermediazione di altre lingue.

Michael Kandel[]

Michael Kandel ha tradoto inizialmente questo racconto con il titolo: Un libro sui Mostri Polacchi antologia. Si prese anche molta libertà nell'interpretazione dei nomi:

  • Foltest modificato in Hrobost
  • Vizima modificato in Klosthur
  • Temeria modificato in Kra
  • Velerad modificato in Ethmond
  • Medell modificato in Demell'
  • Strige modificato in Gomb
  • Mahakam modificato in Apiph
  • Ostrit modificato in Osrugh
  • Pontar modificato in Fonzor
  • Vizimir modificato in Cuthbond(in un caso) e Glothur (in un altro)
  • Novigrad modificato in Kloffok (in un caso) e Globbur (in un altro)

La traduzione di Kandel del racconto è stata usata come materiale promozionale da CD Projekt per il loro The Witcher il videogioco, anche se la versione di Kandel dei nomi propri è drasticamente diversa da quella usata in via definitiva nel videogioco (che è più fedele alla versione originale polacca).

Danusia Stok[]

La traduzione di Danusia Stok de L'ultimo desiderio è molto più fedele all'originale, con alcune piccole differenze per aiutare i lettori inglesi nella pronuncia di alcuni nomi propri.

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